MOSTRA FOTOGRAFICA a cura di Arcangelo Piai
inaugurazione DOMENICA 12 DICEMBRE 2021 ore 17.00 Galleria dell’Eremo Sede municipale di San Pietro di Feletto
intervento di Marco Zabotti dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo – Le vie dei Santi” di Pieve di Soligo; con un momento musicale dell’ensemble Filix flutes.
In collaborazione con la Pro Loco di San Pietro di Feletto
MOSTRA PROROGATA FINO AL 18 FEBBRAIO 2022
Nel 2021 l’Amministrazione comunale ha voluto ricordare, con grande stima e affetto, 4 importanti figure, a 100 anni dalla loro nascita.
A Rodolfo Sonego – artista e sceneggiatore, che ha fatto la storia del cinema italiano – nell’estate 2021 è stata dedicata una speciale mostra fotografica, piena di ricordi, all’interno di un progetto finanziato intitolato RodolfoSonego100, in collaborazione con la Fondazione Fabbri di Pieve di Soligo, con LagoFilmFest di Revine Lago e con la famiglia De Martin di Santa Maria di Feletto.
Con le letture della “Storia del Barba Zhucon”, a cura di Luigino Sartor, è stato ricordato l’amato poeta pievigino Andrea Zanzotto, al quale sono stati dedicati importanti eventi a livello nazionale.
Infine, con la mostra fotografica “Sempre nel cuore” l’Amministrazione ha voluto ricordare due persone, due sacerdoti, due uomini, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del nostro territorio, come pochi sono riusciti a fare.
Sono mons. Nilo Faldon, sacerdote, grande studioso e docente, originario del Feletto, e mons. Nilo Tonon, amatissimo parroco di Santa Maria per oltre 50 anni.
Anche a loro è stata dedicata una mostra fotografica, curata dal fotografo Arcangelo Piai, e un concerto eseguito dal gruppo musicale l’ensemble Filix Flutes. Il titolo della mostra “Sempre nel cuore” è sembrato, per queste due figure, il più adatto.
Un ringraziamento speciale va a Marzo Zabotti, direttore scientifico e vice presidente dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” di Pieve di Soligo, intervenuto alla presentazione della mostra.
Infine, un ringraziamento va alla Pro Loco di San Pietro per la sua indispensabile collaborazione agli eventi culturali.
Mons. Nilo Faldon nacque a Pieve di Soligo il 16 novembre 1921, da Augusto e Vittoria Ceschin, entrambi di antico ceppo felettano.
Dopo aver frequentato il Seminario di Vittorio Veneto, venne ordinato sacerdote dal vescovo Giuseppe Zaffonato il 4 giugno del 1944. Il giorno seguente celebrò la sua prima messa nella chiesa di Santa Maria di Feletto e qualche giorno dopo, l’11 giugno, cantò la prima messa solenne nella chiesa di Rua.
Tra il 1945 e il 1953 fu cooperatore parrocchiale a Ceggia, Lentiai, Motta di Livenza e Pieve di Soligo. Nel 1953 diventò assistente diocesano della Gioventù Italiana di Azione Cattolica e iniziò l’attività di insegnante, dapprima nelle scuole medie di Motta di Livenza e di Vittorio Veneto, poi negli Istituti Tecnici “G. B. Cerletti” e “Marco Fanno” di Conegliano, e da ultimo al Collegio Immacolata di Conegliano.
Fu attivo collaboratore del settimanale diocesano “L’Azione” e, mentre dirigeva la Casa dello Studente di Conegliano (1960 – 1966), venne chiamato dal vescovo Albino Luciani a dirigere anche l’Archivio diocesano di Vittorio Veneto. Per svolgere con competenza questo nuovo incarico si iscrisse alla Scuola di paleografia, diplomatica e archivistica presso l’Archivio di Stato di Venezia, conseguendo l’anno seguente il diploma, a seguito del quale venne incaricato anche nel riordino dell’Archivio storico del Comune di Conegliano. Le sue 64 pubblicazioni – tra libri e d opuscoli – sono oggi per tutti un punto di riferimento per le ricerche di storia locale.
Le tematiche trattate dal Faldon hanno avuto come centro d’interesse costante la storia della diocesi di Vittorio Veneto, indagata attraverso un cammino di ricerca interessato a ricomporne i tratti essenziali attraverso indagini d’archivio che affrontano vicende di comunità e parrocchie, recuperando figure rappresentative, siano esse religiosi o laici, e gettando luce su aspetti di arte sacra. Tale percorso trovò il suo punto di sintesi nelle pagine del volume sulla Storia della Diocesi di Vittorio Veneto, edito nel 1993 (dalla Giunta Regionale del Veneto e dalla Gregoriana editrice di Padova) nell’ambito della collana dedicata alla Storia religiosa del Veneto.
Un’attenzione privilegiata ha avuto la città di Conegliano a cui nel 1974 ha dedicato l’edizione degli Antichi statuti e provvisioni ducali della magnifica comunità di Conegliano di cui curò la traduzione.
Nelle sue ricerche non poté mancare il Feletto, il luogo degli affetti familiari. Queste si concretizzarono in una serie di pubblicazioni che favorirono il recupero, la divulgazione e la valorizzazione delle memorie storiche del territorio comunale di San Pietro.
Le prime indagini ebbero come oggetto le chiese più antiche. Troviamo quindi il quaderno del 1958 sulla chiesa di San Michele e, nel 1964, la fortunata serie di fascicoli sulla millenaria pieve di San Pietro. A queste opere seguì il volume dedicato Rua nel 1977, per il quale Faldon rispolverò le carte dell’Eremo camaldolese, la cui foresteria seicentesca è oggi sede municipale.
Con l’Eco dei racconti del nonno del 1984, mons. Nilo Faldon raggruppò briciole della memoria orale ottocentesca e di primo Novecento, a lui pervenute dai filò di famiglia.
Con la pubblicazione, La pieve rurale di San Pietro di Feletto nel contesto storico di Conegliano, promossa dal Comune nel 2005, mons. Nilo Faldon ritorna sulla significatività della pieve medievale e dei suoi affreschi, impostando sguardi complessivi sull’intero territorio comunale. Il volume raccoglie una nutrita antologia documentaria che dal medioevo arriva al secolo scorso. Per l’impegno di ricerca, l’opera ha meritato il Premio speciale 2006 della Giuria del “Premio Giuseppe Mazzotti”.
I meriti quale studioso, docente e uomo vengono sottolineati da numerosi riconoscimenti: medaglia d’oro per la cultura della città di Conegliano nel 1975; diploma di prima classe per la scuola, cultura e arte con medaglia d’oro nel 1981; cavalierato della Repubblica italiana nel 1984. Nel 1981 fu chiamato a far parte della Deputazione di storia patria per le Venezie, nel 1984 dell’Ateneo di Treviso, e successivamente venne nominato socio d’onore dell’Ateneo di Treviso, socio onorario del Rotary Club di Conegliano, canonico onorario della cattedrale di Vittorio Veneto.
Mons. Nilo Tonon nacque a Castello Roganzuolo l’11 agosto 1921 da Luigi e Angela Capraro, in una bella e grande famiglia, terzo di dodici figli.
Con i suoi genitori e gli undici fratelli, don Nilo visse, fino ai tempi del seminario, in una casa del Borgo Gradisca, ai piedi della chiesa. Con orgoglio, la sorella Concetta ricordava di aver portato in braccio per il battesimo quasi tutti i suoi fratellini. La tavola di casa Tonon era lunga 4 metri – si preparava sempre per 14 – e ogni tanto vi era anche qualche ospite. Nelle feste comandate non mancavano mai i profumati dolci fatti in casa.
Un piccolo mondo che qualcuno ha definito “irripetibile”, ed era veramente così. Un mondo apparentemente, fatto di cose semplici. Ogni mattina c’era la messa, alle 6 d’inverno e alle 5 e mezza d’estate. Con il freddo i più piccoli si riparavano sotto la mantella di mamma Angela. La domenica andavano tutti alla messa prima, alla messa ultima e al vespro. Dopo l’ultima funzione i ragazzi si compravano qualche stracaganassa che durava fino a sera.
Entrato in Seminario, don Nilo venne ordinato sacerdote dal vescovo Giuseppe Zaffonato il 20 giugno 1946. Aveva 25 anni. Qualche giorno dopo, il 29 giugno, celebrò la sua prima messa con il coinvolgimento di tutto il paese: il viale e il piazzale erano uniti da una sequenza festosa di archi e cane cargane. Il fratello Mario andò a prenderlo a Vittorio Veneto con l’unica macchina disponibile in paese.
Come lui, anche la sorella Concetta scelse la vita consacrata, diventando figlia del Cottolengo con il nome di suor Maria.
Appena diventato sacerdote (nel ‘46) don Nilo venne nominato cappellano di Orsago, poi ad agosto si ritrovò a Lentiai, nella Valbelluna.
Dal 1949 al 1965 prestò la sua attività come insegnante presso il Collegio Dante Alighieri di Vittorio Veneto, in qualità di vice-rettore. Ed è proprio il 1965, l’anno in cui venne destinato parroco di Santa Maria di Feletto. Canonicamente nominato il 24 agosto, lo diventò a tutti gli effetti con l’atto di immissione del 21 novembre, da un delegato di mons. Albino Luciani. Quello stesso giorno don Nilo celebrò a Santa Maria la sua prima messa.
Appena arrivato, con la sua grande fiducia nella Provvidenza don Nilo avviò una lunga serie di interventi di restauro degli edifici parrocchiali esistenti, il recupero dell’organo De Lorenzi, il restauro di capitelli ed oratori, di opere d’arte sacra, fino alla ristrutturazione della villa De Lozzo – Da Dalto, destinata ad essere una Casa di riposo e poi la costruzione vera e propria dell’attuale Centro Infanzia “Girotondo delle Età”, consapevole e felice di promuovere un’eccellenza del territorio.
Don Nilo amava molto la cultura. Il suo dinamismo è ampiamente documentato dai numerosi incontri e conferenze che egli stesso teneva in parrocchia e fuori parrocchia, alcune di queste con la partecipazione dell’allora vescovo Albino Luciani e del suo amico carissimo mons. Antonio Moret.
La conoscenza e l’istruzione per lui erano fondamentali. Negli anni ‘70, presso la villa padronale Da Lozzo – Da Dalto, prima che diventasse casa di riposo, istituì la scuola media serale, inferiore e superiore, grazie alla quale molti giovani poterono acquisire conoscenze e competenze fondamentali per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Tra gli insegnanti si ricordano i professori Gianfranco Dal Mas e Sergio Palazzoli, amici per sempre di don Nilo.
La sua ricca biblioteca era sempre messa a disposizione degli studenti e a tutti regalava libri. Lui sapeva quanto erano preziosi e importanti i libri. Quando studiava in seminario era la sorella Concetta, suor Maria, che con parte della sua dote glieli comprava.
Quando, negli anni ‘70, alcuni parrocchiani gli donarono una macchina per il cinema a passo ridotto organizzò la proiezione di film nelle domeniche pomeriggio d’inverno.
Grande amante della storia, lui stesso scrisse le Note storiche della Chiesa Parrocchiale di S. Maria di Feletto e fu lui ad incaricare il prof. Antonio Soligon e Claudia Meneghin a scrivere il libro della parrocchia intitolato “Ad usum Parochiae S. Mariae, ac S. Michaelis De Feletho” che seguì personalmente in ogni dettaglio.
Per una persona come don Nilo, che proveniva da una famiglia numerosa dove per ogni avvenimento si festeggiava, era bello condividere un bicchiere di vino, un caffè e qualche dolcetto dopo la messa domenicale. Lui apriva le porte della canonica e il “dopo messa dal don” era un momento speciale di allegria e convivialità, un appuntamento che a tutta la comunità manca tantissimo.
Ha sostenuto la Schola Cantorum perché “cantare è pregare due volte”, diceva, e amava i concerti d’organo che organizzava ogni volta che poteva. Durante la vendemmia raccoglieva i cesti d’uva donati dalle famiglie che faceva poi essicare in canonica per la produzione del vino della messa.
Nel 2001 don Nilo Tonon venne eletto cappellano del Papa con le insegne e il titolo di monsignore e fu proprio il suo più caro amico, mons. Antonio Moret, a consegnargli, durante la cerimonia, il simbolico anello.
Mons. Nilo Tonon se ne andò per sempre il 2 giugno 2017. La comunità non ha perso solo un parroco, ma un amico, un fratello, una persona indimenticabile, che a tutti manca tantissimo.