L’universo pittorico di Nicoletti utilizza convenzioni visive familiari per rispondere a criteri non agevoli da decodificare. Il realismo, evocato dalla imponenza volumetrica degli elementi che si impongono sulle tele, è solo apparente. In realtà siamo proiettati in una dimensione governata da leggi sconosciute, che richiama le atmosfere della Metafisica e del Surrealismo. In principio era il muro. Elemento costruttivo, ma anche recinzione escludente,componente architettonica e ostacolo respingente. Ma il muro è crollato e i suoi blocchi costitutivi, di una ortogonalità assoluta, di una tridimensionalità massiccia, sono accatastati in ammassi irregolari e a volte instabili. Regnano l’inorganico, l’artificiale, l’innaturale. A riscattare dal rischio della desolazione, dalla memoria di un’eventuale catastrofe, spicca la vivacità innaturale dei colori che identificano ciascun parallelepipedo, e la benedizione della luce, che ne esalta le dimensioni. Colpisce la contraddizione tra la perfetta ortogonalità degli elementi, con le facce squadrate e gli spigoli taglienti, e la loro disposizione casuale, imprevedibile, caotica. Misteriose e provocanti al tempo stesso, le visioni di Nicoletti inquietano e consolano. Certo ci interpellano con la loro ambiguità, impossibile da racchiudere in formule univoche. Ma proprio questa ambiguità appare costitutiva dell’intenzione comunicativa dell’artista e costituisce una ragione non secondaria della sua efficacia.
Giuseppe Nicoletti nasce nel 1948 a Treviso, dove tuttora vive e lavora. Il suo rapporto con il disegno e la pittura inizia fin dalla giovinezza con le lezioni di Renato Nesi. Nei primi anni ’70 abbandona la tecnica a olio per sperimentare una dimensione pittorica personale che lo porta a privilegiare le soluzioni geometriche. In seguito intraprende un percorso di analisi minimale, che si manifesta con studi seriali più volte esposti nelle collettive veneziane della Fondazione Bevilacqua La Masa. Successivamente si concentra su una visione metafisica che gli ispira prospettive mentalmente e figurativamente inedite, quasi in bilico tra teatro e mito. Il nuovo secolo porta idee rivelatrici di geometrie con rapporti spaziali depurati dalle precedenti implicazioni sociali, basate su supporti sagomati che attivano espressivamente lo spazio. Ha esposto regolarmente inoltre cinquanta mostre personali.