TAMARA ZAMBON
Tamara Zambon e gli “Orti sinergici”.
L’artista, affronta in questa mostra la figura umana, massima sfida dell’arte pittorica. Trentuno opere, prevalentemente dipinti ad olio che s’inoltrano nel tema per antonomasia della storia dell’arte: l’essere umano, il volto, il corpo, nel suo rapporto con la Natura, vale a dire, con l’Orto primigenio, l’edenico giardino.
Quadri che sfidano i limiti della raffigurazione odierna della persona nell’era dei “social” digitali, appesantita da un alluvione di fotografie che ci occultano il vero volto dell’uomo, raffigurato solo nel suo aspetto cangiante, dinamico, senza il suo valore permanente. Zambon ci restituisce la funzione essenziale dell’arte pittorica che è quello di valorizzare il soggetto, aiutandoci a osservarlo come l’osserva il pittore, come un mistero che, presentandosi dinanzi al nostro sguardo, ci interpella e reciprocamente, ci osserva.
In pittura, il volto dell’uomo è sempre, indipendentemente delle credenze di ognuno, icona “sacra” perché sacro è il valore della vita umana.
I magnifici soggetti di Tamara Zambon non sono però grandi personaggi, nobildonne, cardinali o regnanti come nella pittura classica, ma persone di tutti i giorni, simili a noi, al nostro vicino di casa, al migrante della porta accanto. Soggetti raffigurati dall’artista sottolineando la dignità più nascosta e misteriosa di tutti noi: quella di essere, sorprendentemente, soggetti unici e irripetibili. Quindi, quella di meritare di essere raffigurati portando tra le mani, non lo scettro degli antichi monarchi, ma i fiori e le foglie di una Natura, nostra sorella, che siamo chiamati a preservare e tramandare verso il futuro.
Scopriamo così, in queste opere, di avere in comune con tutti gli uomini, una fratellanza incontestabile e una incorruttibile originalità che solo una pittrice di profondo sguardo e raffinata tecnica come Zambon è in grado di evidenziare magistralmente.
Arcadio Lobato