Internato e testimone del “secolo breve”: Boris Pahor oggi a San Pietro di Feletto, più volte candidato al Nobel.
A San Pietro di Feletto, oggi, sabato 25 marzo, alle 15.30, al municipio di Rua di Feletto, arriva Boris Pahor (nella foto) assieme alla scrittrice istriana Ligi Roberto in un incontro, a ingresso libero, dal titolo “Riflessi letterari di esperienze storiche e di vita”.
A 103 anni, Boris Pahor ha ancora la forza di viaggiare per incontrare soprattutto i più giovani, a cui lasciare un’eredità di memoria, la sua e quella del tempo da lui vissuto, quel “secolo breve” segnato da ideologie totalitarie e orrori umanitari.
Sloveno di cittadinanza italiana, nato a Trieste quando la città faceva ancora parte dell’Impero asburgico, Pahor ha vissuto in prima persona i più grandi orrori del recente passato: la repressione fascista della Venezia Giulia, i due conflitti mondiali, l’esperienza nei campi di concentramento nazisti, infine il duro ostracismo comunista subito ai tempi di Tito. È autore di decine di opere tradotte in ogni parte del mondo, tutte di contenuto sociale, molte delle quali legate a esperienze di vita vissuta; è stato più volte candidato al premio Nobel e ha collezionato decine di prestigiosi premi e riconoscimenti.
L’autore di Necropoli, il romanzo autobiografico più famoso sulla sua prigionia nel campo di concentramento di Natzweiler-Struthof, racconterà ancora una volta la sua lunga e interessante vita: dal periodo di stenti come deportato nel lager a tutto ciò che, secondo lui, la civiltà del XXI secolo non ha voluto considerare.
Articolo da QDPnews