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La Galleria dell’Eremo da anni ospita esposizioni d’arte nel piano nobile e nel secondo piano della sede municipale, un tempo parte dell’Eremo Camaldolese. Gli spazi espositivi, ricchi di storia, ben si prestano ad accogliere mostre d’arte, grazie alla conformazione regolare della struttura, alla luminosità e all’incantevole contesto paesaggistico.
L’elegante palazzo cinquecentesco venne costruito sulla dolce altura denominata Colle Capriolo, come luogo di riposo e di vacanza per la nobile famiglia Del Giudice di Conegliano, al tempo della Serenissima Repubblica di Venezia.
L’originario complesso era composto dal palazzo, circondato da 50 campi (trevigiani) di terreno e da una piccola chiesa.
Acquistato in seguito dal patrizio veneziano Alvise Canal, fu donato nel XVII secolo ai monaci eremiti di San Romualdo, camaldolesi di Monte Corona di Padova.
Accolta la donazione con tutti i regolari permessi civili ed ecclesiastici, i padri anacoreti ne presero possesso il 24 ottobre 1665. Furono costruite 14 celle, ognuna completa di luogo per dormire, studiare e pregare, con proprio servizio e legnaia. Esternamente vi era un piccolo orto recintato da un muretto e, attorno all’intero complesso, le mura claustrali.
Il complesso posto sul Colle Capriolo prese il nome di Rua perché i primi monaci camaldolesi provenivano dall’Eremo di Monte Rua sui Colli Euganei.
Fin dal primo giorno di apertura dell’Eremo, venne allestita, come cappella provvisoria, l’ampia sala nobile del palazzo, l’attuale primo piano della Galleria dell’Eremo. Solo più tardi, il 15 ottobre 1718, la nuova chiesa dedicata a Santa Maria Assunta e San Romualdo, potè essere consacrata dal vescovo di Cèneda Francesco Trevisan.
La Galleria dell’Eremo prende, quindi, il nome dall’antico Eremo Camaldolese.
All’interno dell’Eremo i monaci vivevano secondo la rigida regola di San Benedetto “ora et labora“.
L’originale disposizione dell’eremo di Colle Capriolo è ben visibile in una stampa del Settecento e in un quadro ad olio della medesima epoca, quest’ultimo conservato nella chiesa parrocchiale di Rua.
L’Eremo divenne meta di pellegrini e uomini di cultura che ne apprezzarono la suggestiva ubicazione collinare e la ricca biblioteca.
Il primo padre superiore fu Anselmo De Conti Martinengo proveniente dall’Eremo di San Clemente in Isola di Venezia.
Qui trovò più volte confortevole ospitalità San Gregorio Barbarigo cardinale di Santa Romana Chiesa, vescovo di Padova e grande cancelliere dell’Università Patavina.
L’Eremo cessò la sua attività in seguito ai decreti napoleonici del 28 luglio 1806, anno in cui lo stabile con tutto il complesso e i beni terrieri venne messo all’asta.
Nel 1876 parte dell’Eremo venne acquistato dall’amministrazione comunale, che trasformò lo storico palazzo in Sede Municipale.
Oggi si conservano il palazzo centrale e quattro celle, oltre alla chiesa parrocchiale più volte rimaneggiata anche a causa dei terremoti.
La Galleria dell’Eremo è stata ufficialmente inaugurata il 4 maggio del 2019 grazie al contributo di I.R.C.A. S.p.A., Industria Resistenze Corazzate e Affini, rappresentata dal presidente Gianfranco Zoppas che, aderendo allo strumento Art Bonus, ha permesso di realizzare un impianto luci adeguato alla destinazione espositiva del Municipio.
Vittorio Celot Celotti